E rieccomi qua, un anno dopo. Barcellona mi sembra sempre la stessa: solito miscuglio di gente, i lavori alla Sagrada che non vanno avanti, e i turisti con la maglia del Barça. È giovedì, per le 18 mi becco col Checco - l'ho trovato proprio bene - per metterci d'accordo sulla serata. Torno al suo piso 2.1 in Calle Valencia 470: quello invece lo trovo cambiato. Anche la sua stanza non è più quella dell'anno scorso, dorme in una camera più bella e più grande, dove dormiva la Silvia un anno fa; però regna il disordine e si sente l'effetto stalla - apri le finestre ogni tanto! Saluto con piacere Fausto e la Patti, e conosco i nuovi coinquilini: Hanna, californiana di San Francisco e Vanessa, una studentessa spagnola; conosco anche Angelo e Fernando, due ragazzi gay che vivono nel piso 2.2, e - a quanto pare - se la spassano anche. Quest'anno dormo nell'ostello della Patti, in Carrer Lepanto 266, a 50 metri dagli altri. Io e la Fede (la mia compagna di viaggio) dividiamo l'ostello con una coppia di cechi. E spuntano anche due tedeschi coi quali in qualche modo comunichiamo. C'è un bel viavai, la cosa inizia a farsi interessante...
Usciamo io la Fede e Checco, andiamo un baretto vicino su per Carrer Lepanto, ci facciamo tre birrette a testa e qualche bravas. Prendiamo la metro e ce ne andiamo a spasso per il Raval. Ci fermiamo nel bar di un cinese, mangiamo una specie di bruschetta lomo y queso e l'accompagniamo con la sangria. Iniziamo a discutere col cinese di calcio, è abbastanza amichevole e così ci facciamo un chupito io, il Checco e il barista. Salutiamo e andiamo. Prendiamo un coca e rum (el Brugal) da un pamjabi o un paki, e finisco anche quello della Fede che era abbastanza diffidente dal bere qualsiasi cosa in quel posto. E ancora via, in un altro posto buio lungo stretto e pieno di gente dove prendiamo una caipirinha con la cachaça a tre euro. Adesso sì, siamo sbronzi duri e io non dormo da praticamente quaranta ore, così ci avviamo verso casa tra una stronzata e l'altra.

"Messi? be' è il migliore del mondo"
"ok, ci sta"
"Xavi e Iniesta? be' è il centrocampo più forte del mondo"
"vale, ma la difesa? Valdes non sarà mica il più forte portero del mondo"
"be' è della cantera, quindi..."
Insopportabili. Pago saluto e vado. Salgo al piso del Checco, mi parla di una festa in un appartamento dalle parti di Plaça Universitat "al primero del 518, ricordati!". Ci facciamo due cocarum in casa. Parlo di calcio anche con Bruno (l'unico brasiliano scarso a giocare a calcio, così mi dicono), e mi offre due birre. L'avevo detto che era simpatico. Devo raggiungere la Fede per darle le chiavi e tornare dal Checco alla festa. E qui inizia un bel viaggio per Barcellona e per la sua metro. La Fede è dalle parti dell'Apolo, al Raval. Arrivo alla metro e la perdo di un soffio, mi tocca aspettare altri sette minuti e passa. Finalmente arriva, ma devo cambiare linea e perdo anche l'altra. Non sembra la mia serata, aspetto seduto vicno a quattro tedesche davvero brutte. Arriva anche questo trenino, salgo e mi siedo. Vicino a me si siedono quattro tipi sbronzi duri. Mi sembrano portoghesi o qualcosa di simile, hanno delle borsine di plastica piene di lattine di birra, me ne offrono una. Non rifiuto, ma la pulisco bene con la maglietta prima di bere. Arrivo all'Apolo, entro e prendo da bere. Non trovo la Fede e ho pure esaurito il credito nel cellulare. Finalmente mi manda un messaggio: sono al Sidecar in Plaça Reial. Mi sto proprio incazzando. Prendo un taxi: "hola, saidcar porfavor..." "que?" "perdona, el sidecàr". Capra! Finalmente trovo la Fede. Conosco un nuovo Checco, trentacinquenne veronese trapiantato a Roma. L'altro Checco l'ho definitivamente perso, mi ricordo solo il civico: 518. Prendo una birra. Il Checcodiverona mi offre un mojito e un cocarum, mi è già simpaticissimo. Passo la serata con loro al Sidecar, che è molto Temporock come musica. Si fa tardi e me ne torno a casa con la Fede in taxi. Parlo col taxista, mi piace parlare coi taxisti. Piscio contro il cancello della Sagrada e vado a letto.

L'ultimo pomeriggio lo passo col Checco, finalmente trovo un kebabbaro: non avevo ancora mangiato un kebab in tre giorni che ero a Barcellona. Ci scoliamo tre birre e andiamo in giro per Gracia, il quartiere più catalano di Barcellona, ci sono un sacco di bandiere della Catalunya Llure appese ai balconi. Mentre passeggio penso a Barcellona: è come una bellissima ragazza che ti faresti e rifaresti, ma sai che non ci staresti mai, che con lei non durerebbe. Al 470 di Calle Valencia saluto il Checco, appuntamento a Natale, ma in Italia stavolta. Torno all'ostello, una rinfrescata veloce e sono pronto a tornare. Nos vemos pronto Barcellona!
4 comments:
La scena di quando apri la porta è epica ahahahah.
E cmq avresti avuto di più da scrivere se fossi rimasto con noi a ballare sabato che non RazzMatazz blablabla.le tette della cubista e il Checco2..cazzo eri con l'originale e vai a ballare con la copia.
Lungi da me fare polemica..è stato un piacere "ospitarti" e grazie per non avermi offerto il kebab l'ultimo giorno.CAPRAAA!!
ehi french va che il kebab te lo offrii personalmente! grazie a te per l'ospitalità, ci vediamo tra qualche mese!
é un miracolo che ti ricordi così tanto con tutto quello che hai bevuto ;D
Per fortuna a volte mi porto dietro il cellulare e annoto tutto, altrimenti... e poi non ho bevuto così tanto!!
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