Sto cercando di alleggerire la mia scrittura togliendo i
vari “che” e gli avverbi superflui, specialmente quelli che finiscono in
–mente. Infatti quest’ultima frase diverrebbe: in particolare quelli in –mente.
Suona già meglio, no? Ed ho pure risparmiato qualche parola. Una manna dal
cielo per un divagatore cronico come me. Curiosità: derivano dall’ablativo
singolare del sostantivo latino mens, mentis – quindi: con la mente, con
l’intenzione.
La divulgazione del mio ultimo
racconto sta procedendo bene, la questione della birra era una provocazione: è
bello poter constatare quanto cazzo siete spilorci. Purtroppo, dopo quest’ultimo
racconto, ho perso un po’ d’ispirazione, ovvero non ho grandi idee, e in giro
non capitano troppe cose interessanti. Ho controllato i miei mille
appunti, tra foglietti di carta
svolazzanti e scarabocchiati, e tra note notturne scritte prendendo a ditate
l’iPhone: una marea di cazzate.
Preso male. Capita. Ieri sera sono uscito per bere una birra con amici.
Verso le 11:30 la situazione era degenerata e l’abbiamo presa (quasi) grossa.
Capita anche questo. Capita un giovedì sera qualsiasi.
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