Wednesday, August 31, 2011

Barcellona, un anno dopo.

E rieccomi qua, un anno dopo. Barcellona mi sembra sempre la stessa: solito miscuglio di gente, i lavori alla Sagrada che non vanno avanti, e i turisti con la maglia del Barça. È giovedì, per le 18 mi becco col Checco - l'ho trovato proprio bene - per metterci d'accordo sulla serata. Torno al suo piso 2.1 in Calle Valencia 470: quello invece lo trovo cambiato. Anche la sua stanza non è più quella dell'anno scorso, dorme in una camera più bella e più grande, dove dormiva la Silvia un anno fa; però regna il disordine e si sente l'effetto stalla - apri le finestre ogni tanto! Saluto con piacere Fausto e la Patti, e conosco i nuovi coinquilini: Hanna, californiana di San Francisco e Vanessa, una studentessa spagnola; conosco anche Angelo e Fernando, due ragazzi gay che vivono nel piso 2.2, e - a quanto pare - se la spassano anche. Quest'anno dormo nell'ostello della Patti, in Carrer Lepanto 266, a 50 metri dagli altri. Io e la Fede (la mia compagna di viaggio) dividiamo l'ostello con una coppia di cechi. E spuntano anche due tedeschi coi quali in qualche modo comunichiamo. C'è un bel viavai, la cosa inizia a farsi interessante...
Usciamo io la Fede e Checco, andiamo un baretto vicino su per Carrer Lepanto, ci facciamo tre birrette a testa e qualche bravas. Prendiamo la metro e ce ne andiamo a spasso per il Raval. Ci fermiamo nel bar di un cinese,  mangiamo una specie di bruschetta lomo y queso e l'accompagniamo con la sangria. Iniziamo a discutere col cinese di calcio, è abbastanza amichevole e così ci facciamo un chupito io, il Checco e il barista. Salutiamo e andiamo. Prendiamo un coca e rum (el Brugal) da un pamjabi o un paki, e finisco anche quello della Fede che era abbastanza diffidente dal bere qualsiasi cosa in quel posto. E ancora via, in un altro posto buio lungo stretto e pieno di gente dove prendiamo una caipirinha con la cachaça a tre euro. Adesso sì, siamo sbronzi duri e io non dormo da praticamente quaranta ore, così ci avviamo verso casa tra una stronzata e l'altra.

Que resaca hoy! Mi sveglio da solo, la Fede è andata a fare il tour fotografico. Mi sembra di avere un chiodo che entra nella tempia sinistra ed esce in mezzo al cranio. Guardo il cellulare, tre chiamate perse del Checco. Lo richiamo "andiamo al mare, passo lì giù da te tra un quarto d'ora" mi vesto, faccio la borsa e lo aspetto. Quando gli apro la porta, dopo aver realizzato, ci mettiamo a ridere: abbiamo gli stessi occhiali, la stessa maglietta del Fridaynight arancione e la stessa faccia da resaca. Mi tira uno schiaffo "vatti a cambiare che sembriamo due froci!". Mentre aspettiamo il bus per Barceloneta mi accorgo di avere una bolla su un braccio, rendo lo schiaffo a Checco "che merda, mi hai spento una paglia su un braccio stanotte!" "ma se ho smesso di fumare". Ci cagiamo in spiaggia e facciamo un bagnetto per riprenderci. Dopo un paio d'ore di spiaggia ci spostiamo su per la rambla del poble nou, la vera rambla di Barcellona, quella preferita dai catalani. Mangiamo un panino e beviamo tre birre in un bar prima di tornare a casa a piedi. Al piso del Checco conosco Bruno. Bruno è un ragazzo brasiliano, sulla trentina ex modello di Abercrombie, si sente tantissimo che è brasiliano, è molto amichevole e mi è subito simpatico. Inizia a llover... me ne vado a casa sotto la pioggia per la siesta. Apro la porta e mi trovo davanti una gran brutta figa tardona, faccio spallucce e vado a farmi una doccia. Aspetto che torni la Fede e che si sistemi, poi esco. Esco da solo. Ceno in un bar, prendo un bocadillo becon y queso, delle bravas e un paio di birre. In tivù fanno vedere il Barça: c'è la supercoppa europea contro il Porto. Parlo di calcio col barista grassone - assomiglia un po' a Rafa Benitez -  e ci litigo, non sopporto la loro arroganza calcistica.
"Messi? be' è il migliore del mondo"
"ok, ci sta"
"Xavi e Iniesta? be' è il centrocampo più forte del mondo"
"vale, ma la difesa? Valdes non sarà mica il più forte portero del mondo"
"be' è della cantera, quindi..."
Insopportabili. Pago saluto e vado. Salgo al piso del Checco, mi parla di una festa in un appartamento dalle parti di Plaça Universitat "al primero del 518, ricordati!". Ci facciamo due cocarum in casa. Parlo di calcio anche con Bruno (l'unico brasiliano scarso a giocare a calcio, così mi dicono), e mi offre due birre. L'avevo detto che era simpatico. Devo raggiungere la Fede per darle le chiavi e tornare dal Checco alla festa. E qui inizia un bel viaggio per Barcellona e per la sua metro. La Fede è dalle parti dell'Apolo, al Raval. Arrivo alla metro e la perdo di un soffio, mi tocca aspettare altri sette minuti e passa. Finalmente arriva, ma devo cambiare linea e perdo anche l'altra. Non sembra la mia serata, aspetto seduto vicno a quattro tedesche davvero brutte. Arriva anche questo trenino, salgo e mi siedo. Vicino a me si siedono quattro tipi sbronzi duri. Mi sembrano portoghesi o qualcosa di simile, hanno delle borsine di plastica piene di lattine di birra, me ne offrono una. Non rifiuto, ma la pulisco bene con la maglietta prima di bere. Arrivo all'Apolo, entro e prendo da bere. Non trovo la Fede e ho pure esaurito il credito nel cellulare. Finalmente mi manda un messaggio: sono al Sidecar in Plaça Reial. Mi sto proprio incazzando. Prendo un taxi: "hola, saidcar porfavor..." "que?" "perdona, el sidecàr". Capra! Finalmente trovo la Fede. Conosco un nuovo Checco, trentacinquenne veronese trapiantato a Roma. L'altro Checco l'ho definitivamente perso, mi ricordo solo il civico: 518. Prendo una birra. Il Checcodiverona mi offre un mojito e un cocarum, mi è già simpaticissimo. Passo la serata con loro al Sidecar, che è molto Temporock come musica. Si fa tardi e me ne torno a casa con la Fede in taxi. Parlo col taxista, mi piace parlare coi taxisti. Piscio contro il cancello della Sagrada e vado a letto.

Mi sveglio tardi, vado dritto dal Checco. Mi apre l'amica tedesca dell'Hanna, della quale ignoro tuttora il nome. Checco dorme, decido di non svegliarlo e me ne esco per i fatti miei. Mangio al mac, prendo la viola e scendo a Passeig de Gracia. E me la faccio tutta da Plaça Catalunya fino alla Diagonal. Mentre torno indietro compro una calamita da frigo per il Sorez e la Gazzetta dello Sport: due cose da italiano medio. Vado in centro dalla cattedrale di Sant'Eutalia, faccio una tappa al negozio della Vans lì vicino. Giro un'oretta per il centro finché non sbuco in Plaça Reial. Torno dalla metro per la rambla, ci sono degli americani che si fanno inculare 50 euro alla volta al gioco delle tre carte (che popolo di imbecilli). In metropolitana penso a quanto si sta bene a farsi i cazzi propri senza dover render conto a nessuno, non dover salutare nessuno, non conoscere nessuno, uscire spettinato e con le braghe e la maglietta e gli occhi stropicciati senza essere giudicato da nessuno. Torno alla Sagrada e ci giro intorno: non l'avevo ancora fatto. Imponente è imponente, ma ha un'architettura che io, da profano, non capisco; forse perchè non me ne sono mai davvero interessato. Faccio un giro anche per il barrio, voglio una birra dal grassone di ieri sera ma è chiuso, pazienza. Mi infilo in un altro bar e prendo una caña pequeña: mi beccano subito che sono italiano. Prima di cena incontro il Checco per strada, ci facciamo tre birre in due e ce la raccontiamo un po'. Ceno al Burger King per fare pari col pranzo al Mac, giro per il barrio e mi guardo Granada - Betis nel bar vicino a quello del grassone di ieri, e secco un paio di Estrella. Torno in Calle Valencia e becco il Checco con Bruno e altri ragazzi, vanno da Miguel, un loro amico cileno, ci parlo un po' è superamichevole anche lui ed è contento che sia interista perchè era la squadra di Ivan Zamorano. Giro un po' con loro poi mi rompo, non sono soddisfatto, così vado a raggiungere la Fede e il Checcodiverona. Abbiamo appuntamento al Razzmatazz. Prendo la metro, devo prendere la rossa fino a Marina. Saranno le due e mezza passate. Arrivo facilmente al Razzmatazz, c'è pieno di stranieri: pochi italiani per fortuna. Prendo da bere e giro intorno finché non trovo gli altri. Prendo un altro cocarum e mi metto a guardare una zozza sul cubo che fa vedere le tette. Verso le cinque usciamo, non ho più un euro, prendiamo un taxi (che pagherà la fede) e torniamo a casa.

L'ultimo pomeriggio lo passo col Checco, finalmente trovo un kebabbaro: non avevo ancora mangiato un kebab in tre giorni che ero a Barcellona. Ci scoliamo tre birre e andiamo in giro per Gracia, il quartiere più catalano di Barcellona, ci sono un sacco di bandiere della Catalunya Llure appese ai balconi. Mentre passeggio penso a Barcellona: è come una bellissima ragazza che ti faresti e rifaresti, ma sai che non ci staresti mai, che con lei non durerebbe. Al 470 di Calle Valencia saluto il Checco, appuntamento a Natale, ma in Italia stavolta. Torno all'ostello, una rinfrescata veloce e sono pronto a tornare. Nos vemos pronto Barcellona!

4 comments:

Anonymous said...

La scena di quando apri la porta è epica ahahahah.
E cmq avresti avuto di più da scrivere se fossi rimasto con noi a ballare sabato che non RazzMatazz blablabla.le tette della cubista e il Checco2..cazzo eri con l'originale e vai a ballare con la copia.
Lungi da me fare polemica..è stato un piacere "ospitarti" e grazie per non avermi offerto il kebab l'ultimo giorno.CAPRAAA!!

Cesare Rensenbrink said...

ehi french va che il kebab te lo offrii personalmente! grazie a te per l'ospitalità, ci vediamo tra qualche mese!

Campa said...

é un miracolo che ti ricordi così tanto con tutto quello che hai bevuto ;D

Cesare Rensenbrink said...

Per fortuna a volte mi porto dietro il cellulare e annoto tutto, altrimenti... e poi non ho bevuto così tanto!!

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