Sono ancora un po' "scosso", lo ammetto: stamattina mi son cagato addosso. Ho paura
adesso, ho paura del prossimo. È la prima volta che dormo in macchina. Da solo.
Durante la settimana. Per adesso non va poi così male. Ci sono dei vicini in
giardino. La tirano lunga con le chiacchiere, chissà perché. Qua a Guastalla hanno chiuso alcune vie del centro e sfollato qualche vecchio
palazzo, soprattutto quelli vicini a chiese. Ne vedo tante in giro di tende
piantate nei giardini. C’è anche chi dorme nei camper e nelle roulotte. In via
Spagna hanno allestito una tendopoli. Dopo aver parcheggiato di fianco alla
siepe, spengo il motore ma lascio accesa la radio. Mi spoglio, rimango in
braghette e maglietta. Sfilo il sacco a pelo, lo stendo - per quanto possibile
- lo apro e mi infilo dentro. Come cuscino uso il modulo per fare gli
addominali ad allenamento, tutto arrotolato su se stesso, ci appoggio la testa
su. Funziona. Provo a dormire, ma c'è una cazzo di zanzara che mi ronza in un
orecchio. Sarà una notte lunga, tremendamente lunga. Finalmente ho trovato la
posizione giusta sui sedili dietro. Mi viene caldo, poi freddo. Mi muovo dalla
posizione comoda e sono daccapo. I vetri sono tutti appannati, come quando...
Ecco! Però il motivo è ben distante. Insomma alla fine ce l'ho fatta a dormire,
è arrivata l'alba, le prime luci mi svegliano: mi copro gli occhi con la
visiera di un cappello tutto scolorito, che nemmeno mi ricordavo di avere, ma
per fortuna ho trovato tra i sedili della macchina. Mi riaddormento. E vado
avanti a dormire - sempre un po' scomodo, incastrato tra i sedili posteriori -
finché non suona la sveglia. Impossibile dire di aver riposato, però sempre
meglio che una notte completamente in bianco. Ah aggiungo che non mi sembra di
aver avvertito scosse.
La mattina, al lavoro, non
connetto ma ci provo. Siamo tutti paranoici, se cade una biro in terra
schizzano tutti per aria. La tv, internet, i giornali non aiutano: ci dicono
che abbiamo una bomba sotto il culo e che si muove dritta verso di noi. Dopo pranzo vado a Po, sono stravolto.
Chiamo al lavoro e dico: spegnetemi il pc perché oggi non vengo. Mi sdraio su
una panchina e mi addormento al sole. Mi ha fatto bene. Mi ha sciolto un po' i
nervi. Torno a casa mi cambio mi do una rinfrescata veloce ed esco in bici. Torno a
casa una seconda, cago, faccio la doccia e ceno. Ceno in casa. Poi esco. Anche stasera
dormo in macchina, i miei non vogliono salire in casa. Mi chiedo: per quanto
andrà avanti? Quante notti dovremo passare in macchina o in tenda? Quando ci
decideremo a dormire in casa? Se non ci saranno scosse per una settimana? E se
arriva tra un mese? Un anno? Cosa cambia stare in casa di giorno e dormire
fuori di notte? Dicevo, dormo in macchina ancora, controvoglia. Alle sei entra
l’alba tra i vetri appannati, ho il gancio della cintura piantato in un rene e
c’è un’umidità pazzesca. Se sfessuro i finestrini entrano le zanzare. Fanculo.
Salgo in casa, mi stendo sul letto. Alle sette mi sveglio e vado al lavoro. È
la terza sera e i miei piantano la tenda da campeggio in giardino. Quattro
posti con materassino ad aria. Bellissima. Nuova di pacca. Comoda. Mi rifiuto
di dormirci. Dormo a casa di un amico. Finalmente un letto vero. Finalmente
dormo. Finalmente è venerdì, stasera uscirò, berrò qualcosa e, se mi va, dormo
su una panchina facendomi pare su questa figa o quell’altra.
2 comments:
Bel resoconto, mi è piaciuto... leggerlo, non tanto la situazione sia ben chiaro!!
Non poter dormire nel tuo letto e non sentirsi sicuri nella propria casa deve proprio farti sentire di merda.
Non so come mi comporterei io perchè sono a migliaia di chilometri di distanza, so solo che quando deve arrivare il tuo momento arriva e allora vaffanculo...
Visto che sono cose imprevedibili vivere nell'angoscia tutto il tempo per me è inutile. L'ho detto anche a mia madre "cosa dormirai in tenda 2 anni?" e se poi non arriva? E se arriva mentre sei al lavoro? E se e se e se... e se io vado avanti e tiro dritto come sempre?
Saludos
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