Wednesday, June 26, 2013

Bianco e nero



Non ho più voglia di scrivere. O meglio, non ho voglia di scrivere cose lunghe e complicate. Per adesso, per oggi preferisco limitarmi a qualche riflessione e condividerle con chiunque abbia voglia di passare di qua e leggere. Nelle ultime settimane  (mesi, forse) ho scritto un racconto che mi ha portato via energie, senza nemmeno convincermi del tutto. Poi ho scritto qualche lettera, ma non le ho mai inviate. Non le ho mai inviate perché forse m'è mancato il coraggio di farle recapitare. E poi, come sempre, finivo per parlare di me. Egocentrico. Finivo per parlare di me dimenticandomi così una cosa: quelle lettere le stavo scrivendo per altre persone, per qualcuno che non ero io. Bisognerebbe sempre scrivere per gli altri, mettendo la propria sensibilità al servizio del lettore, anche s'è solo uno. Eppure quante volte avrò detto: scrivo per me, per mettermi ordine in testa. E me lo sono anche tatuato su un braccio. Scrivere per se stessi potrebbe essere un punto di forza, come potrebbe essere benissimo un limite. Ancora non so capire quando e quanto sia uno o l'altro. Ho smesso di vedere le cose o tutte bianche o tutte nere. Certo non le vedo a colori, diciamo che, come un film anni '50, appaiono diverse sfumature di grigio che danno contorni e sostanza a tutto ciò che ci circonda. Eppure siamo tutti sfumature. Buoni e cattivi esistono solo nelle favole. Potrei essere il migliore per lui e allo stesso tempo il peggiore degli stronzi per te. Ed entrambi avreste certamente le vostre ragioni. Ci stavo pensando l'altro giorno: saremo sempre il cattivo di qualcun altro.

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